Scegliere un abito su misura significa scegliere sé stesse.
Con le proprie forme, i propri punti di forza e anche i propri difetti: consapevoli che la bellezza è tutta lì. Nello scegliersi, ogni giorno ma soprattutto nel “grande giorno”.
Penso che un abito su misura “non sia per tutte”: un’espressione che non ha nulla a che vedere con il costo (talvolta addirittura più basso di un abito industriale) ma con il coraggio. Chi è che oggi si guarda allo specchio e si concede il lusso di immaginare una bellezza tutta sua? Pare invece più facile la via dell’omologazione: rifugiarsi in qualcosa di già preconfezionato e impacchettato, immaginato per chissà chi.
Per me la realizzazione di ogni abito parte da un incontro speciale che segna l’inizio di un percorso insieme. Ecco perché, nell’Atelier AlbaChiara, ricevo le mie spose nella “stanza del cuore”, la mia preferita. Un luogo dove ci si conosce, ci si racconta e si parla di desideri. Quelli antichi, chiusi in fondo al cuore. Un abito da sposa non è uno dei tanti che affollano i nostri armadi: esso racchiude sogni e aspettative che appartengono ad ogni donna. Ognuna meravigliosamente diversa dall’altra.
Non potrei mai immaginare di vestire spose in serie: i miei abiti non hanno un numero, un codice, ma hanno tutti un nome: quello della donna che lo indosserà per coronare il suo sogno d’amore.
Ed oggi ho il piacere di presentarvi: Kelly (foto in alto), Ester, Sissi, Nunzia, Lucia, Gemma e Ilaria.